Fin dalla Genesi, l’uomo ha coltivato la speranza che la Misericordia possa equivalere al Perdono, esprimendo quindi un desiderio, universale, di Misericordia.
Mentre nell’Antico Testamento il popolo invoca questo desiderio, nel Nuovo Testamento si passa dalla Misericordia al Perdono.
Infatti, Dio è, in se stesso, amore, come dice S. Giovanni, che si trasforma in Misericordia manifestandosi agli uomini peccatori.
Con Gesù, la Misericordia scende sulla Terra e diventa Perdono che, realizzatosi attraverso il sacerdozio, si fa sacramentale, in quanto realizza la Misericordia di
Dio qui e ora.
Invero, come dice Papa Francesco, il tempo è superiore allo spazio. Peraltro, la Misericordia offerta ma non accolta non diventa Perdono.
E’ altresì importante evidenziare che ogni uomo fa esperienza di Misericordia, universale, poiché riceve la vita da Dio, mentre è compito della Chiesa quello di
svolgere la catechesi sulla creazione, in quanto senza Creatore non c’è Misericordia. Con l’esperienza battesimale, infatti, diventando figli nel Figlio, la Misericordia diventa Perdono.
Con la confessione la Grazia si rinnova, mentre il Perdono diviene evento sacramentale ed esistenziale.
Per ottenere il Perdono, invero, occorre avere la predisposizione interiore, che si manifesta con il dolore per i peccati commessi, con il riconoscimento di tali
peccati, con il proposito di non peccare più e con l’accoglimento della penitenza.
Vi è quindi la necessaria cooperazione della libertà umana nella riconciliazione, perché Dio salva la libertà umana.
Il rapporto tra Misericordia e Perdono è dunque uguale alla relazione tra Creatore e creatura, nel quale la Chiesa è chiamata ad un ruolo di mediazione e di
sostituzione vicaria. In definitiva, la Misericordia richiede la preghiera, così come il Perdono si realizza nella preghiera.
Tutti devono poter godere della divina Misericordia, con la preziosa e particolare intercessione della Beata Vergine Maria.
Alessandro Pazzaglia - Resp. Area Religione Res Magnae